Recupero del cippo n° 69 del margine di conterminazione lagunare

LE NOSTRE COLLABORAZIONI

Recupero del cippo n° 69 del margine di conterminazione lagunare

di Pino Sartori

Il 22 luglio 2016 nel pomeriggio,  un amico ci ha segnalato che il cippo di conterminazione, che si trova immediatamente vicino al ponte sull’Osellino in via Passo, è stato imbrattato con vernice rossa da solito… ignoto e ignobile perditempo! [https://www.facebook.com/groups/lebarenedicampalto/permalink/821536211315978/]
Il cippo, datato 1792, è vicino al ponte a Passo Campalto. È un reperto storico che fa parte della storia di Campalto, e ne parla anche il libro “La laguna di Passo Campalto” edito dall’associazione La Salsola, da Comune di Venezia e dal WWF.
Da sempre questa zona di Campalto è stata sottovalutata dal punto paesaggistico e naturalistico; ma ora, a questa sottovalutazione, si stanno affiancando azioni vigliacche di sottocultura finora, più che impunite, ignorate.
La segnalazione e l’appello non sono rivolti solamente alla P.A. ( che dovrebbe comunque far sentire la propria condanna) ma a tutti i cittadini di Campalto ed a coloro che ritengono un valore questa zona incantevole!

Con simili parole il nostro amico Giuliano Brandoli lanciava la proposta-provocazione che i cittadini rispondessero all’affronto fatto alla memoria collettiva del Passo Campalto, memoria legata indissolubilmente alla storia millenaria di Venezia e della sua Serenissima repubblica.

In altre pagine di questo sito vengono ricordati i motivi salienti di questi legami culturali ambientali e socio economici, e continueremo ancora a studiarli, raccontarli e divulgarli alle nuove generazioni anche a quelli che “ignari”  del valore storico-monumentali producono questi scempi di sotto cultura.

Poiché questo problema è noto da tempo in tutte le città monumentali e storiche di questo paese e a Venezia particolarmente  è vissuto con trepidazione proprio per la sacralità delle pietre che i veneziani sentono proprie; e proprio a Venezia si è manifestata una reazione attiva e mirata a contrastare la diffusione di questi presunti “writers” che si credono artisti solo per lasciare queste loro tracce(tag)/etichette assimilabili solo alle marcature del territorio di un qualsiasi animale selvatico!

La reazione positiva è impersonificata da un gruppo molto attivo di cittadini recentemente costituito in associazione dal nome “Masegni & Nizioleti” che a Venezia si curano delle stato di salute delle pietre   sia del selciato, che è quasi ovunque di pietra di trachite sotto forma di “masegni”, che delle  pietre monumentali delle architetture della città, e della caratteristica unicità della toponomastica storica (Nizioleti).   

Consapevoli della esperienza di questo gruppo di cittadini, abbiamo chiesto la loro collaborazione per intervenire al più presto e per apprendere anche noi le modalità  non invasive per rimediare lo sfregio al monumento.

La risposta è stata immediata e partecipata,  tanto che trovo indispensabile redigere questa pagina a testimonianza dell’evento di collaborazione di mercoledi 27 luglio u.s..

L’articolo quindi continua con la fotostoria  a cui aggiungerò gli elementi più significativi della processo di ripulitura della pietra storica. 

Nella prima fase di intervento abbiamo fatto una ricognizione generale del cippo liberando l’intorno dalle erbe e dagli arbusti e cospargendo la scritta di un apposito gel sverniciante. La porzione di pietra cosparsa di gel è stata rivestita con una pellicola trasparente per aumentare l’efficacia del prodotto (Foto 1 e 2 e 3).

Foto 1

Foto 1

Foto 2

Foto 2

Foto 3

Foto 3

Dopo 20′ si inizia ad asportare la vernice sollevata con un piccola spazzola di plastica dura o di ferro morbido in grado di non danneggiare il substrato calcareo. Il movimento rotatorio porta via poco a poco il colore.(Foto 4 e 5 e 6 )

Foto 4

Foto 4

 

Foto 5

Foto 5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 6

Foto 6

L’uso di abbondante acqua spruzzata sulle parti spazzolate  è importante per  allontanare la vernice asportata. (Foto 7)

Foto 7

Foto 7

 

 

 

Foto 8

Foto 8

L’impiego di uno straccio per tamponare evidenzia le parti ancora da trattare da quelle ormai nette! (Foto 8)

Foto 9

Foto 9

Foto 10

Foto 10

 

 

 

 

 

 

 

 

Lavorio di rifinitura e lavaggio finale (Foto 9 e 10)

Foto finali per la cronaca ed esibizione del messaggio fondamentale dell’azione: le pietre sono testimonianza della storia condivisa di una civiltà (Foto 11 e 12)

Foto 12

Foto 11

Foto 11

Foto 12

Particolare dell’incisione sul cippo che sta ha significare M E= Margine DI CON  NE(di conterminazione) 1971

Foto 13

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Foto 15

Foto 14

Foto 16

Foto 15

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Tra Cordovado e Venchieredo, a un miglio dei due paesi, v’è una grande e limpida fontana che ha anche voce di contenere nella sua acqua molte qualità refrigeranti e salutari. Ma la ninfa della fontana non credette fidarsi unicamente alle virtù dell’acqua per adescare i devoti e si è recinta d’un così bell’orizzonte di prati di boschi e di cielo, e d’una ombra così ospitale di ontani e di saliceti che è in verità un recesso degno del pennello di Virgilio questo ove le piacque di porre sua stanza. Sentieruoli nascosti e serpeggianti, sussurrio di rigagnoli, chine dolci e muscose, nulla le manca tutto all’intorno. È proprio lo specchio d’una maga, quell’acqua tersa cilestrina che zampillando insensibilmente da un fondo di minuta ghiaiuolina s’è alzata a raddoppiar nel suo grembo l’immagine d’una scena così pittoresca e pastorale. Son luoghi che fanno pensare agli abitatori dell’Eden prima del peccato; ed anche ci fanno pensare senza ribrezzo al peccato ora che non siamo più abitatori dell’Eden.

— Ippolito Nievo, Le confessioni d’un italiano

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