Una visita al laboratorio di documentazione storica “Giancarlo Ferracina”

IL LABORATORIO 2

Una visita al laboratorio di documentazione storica “Giancarlo Ferracina”

di Ettore Aulisio

Occorre arrivare al Villaggio Laguna, alla Scuola primaria “Don Milani”, proprio a due passi dall’Osellino e dalla Laguna. In un’ala del primo piano dell’Edificio Scolastico si trova il Laboratorio intitolato a Gian Carlo Ferracina, per tanti anni il Direttore Didattico delle Scuole di Campalto

Il Laboratorio, pur essendo una parte della Scuola, è stato progettato e realizzato  dall’Associazione Culturale “Terra Antica” (www.terraantica.org) che, in circa venti anni di attività, ha raccolto e riordinato i documenti scritti, le fotografie e gli oggetti della Cultura materiale di questa parte della terraferma veneziana.

Logo di Terra Antica

Logo di Terra Antica

La raccolta e la sistemazione dei documenti non hanno avuto soltanto uno scopo rievocativo del passato, ma soprattutto quello di proporre dei percorsi conoscitivi che possano farci comprendere in quale modo e in quali tempi si è passati dalla Civiltà del lavoro manuale a quella della meccanizzazione industriale, cioè dalla Società di tipo rurale e artigiana a quella che spesso definiamo del “benessere” ovvero la transizione dai ritmi e dalle cadenze agricole a quelle urbane.

Per la visita possiamo contare, secondo i giorni, di alcuni soci di “Terra Antica”: Giovanna, Franca, Claudio, Sergio, Lionello, Mauro, Pino, Ettore.

Piantina del laboratorio

Piantina del laboratorio

 

   Il Laboratorio che occupa la parte dell’edificio una volta destinata agli uffici scolastici (cfr. cartina), propone tre percorsi conoscitivi: Il Lavoro, La casa, La Laguna. Il materiale documentale è suddiviso in diverse Sezioni.

Nella prima sezione (Sez. A), situata nel lungo corridoio, sono esposti gli oggetti, gli attrezzi e le foto riguardanti:

–                        i mestieri artigianali degli uomini (falegname, calzolaio, fabbro, ecc.),

–                        i lavori delle donne (filatura, tessitura, bucato, ecc.),

–                        le occupazioni dei bambini (scuola, giochi).

Questo è  il primo locale a cui accede il visitatore: oltrepassata l’anonima porta,  si ferma sulla soglia e, in genere, ha un’esclamazione di sorpresa:

“Oh!, Caspita!, Però…!, Accipicchia!, Ostrega!,  E chi lo poteva immaginare che qui…!, ecc.”

Sergio sorride di fronte alla sorpresa del visitatore e inizia a parlare del lavoro manuale.

Subito sul lato destro dà il benvenuto al visitatore un vecchissimo bancone da lavoro, prodotto rurale della fine dell’800; in bella in mostra sono esposti diversi attrezzi di falegnameria, sono i testimoni del lavoro che nel passato era svolto presso le case contadine oppure nelle botteghe di paese.

Banco di lavoro del contadino/falegname

Banco di lavoro del contadino/falegname

Proseguendo nella visita, sempre sulla destra, c’è il deschetto del “calegher”, forse lui è andato a farsi “un’ombretta de vin”, ma ha lasciato giù il “traverson” e, alla rinfusa,  i suoi attrezzi e le scarpe che stava riparando; se il vostro accompagnatore è Lionello vi spiega tutto e vi dice come si facevano le scarpe a mano.

Banco di lavoro del ciabattino

Banco di lavoro del ciabattino (caleghèr))

Poco oltre ci sono anche la fucina e l’incudine del fabbro, gli attrezzi dei “mureri”, ecc.

Il lato sinistro del locale è riservato alla documentazione di alcuni dei tanti lavori femminili: ci sono una macchina da cucire, il tombolo, la gramola per la canapa, diversi filatoi e altri attrezzi e oggetti che ricordano le diverse attività svolte “da‘e femene”. Troneggia, dinanzi alla grande foto di un vecchio pozzo, l’attrezzatura per fare il bucato, un lavoro duro e che impegnava molto. C’è pronta la cenere per la “lissia” (1); qualcuno ha lasciato lì vicino una  spazzola non finita fatta di legno e “galvan(2), e il secchio per l’acqua trasportata col “bigólo”. Dopo sono arrivati i detersivi chimici e la lavatrice: per le donne, come vi spiegano Giovanna e Franca, è stata una liberazione.

Ricostruzione della cucina con focolare

Ricostruzione della cucina con focolare

Nell’ultima parte del corridoio vi sono gli oggetti che riguardano alcuni aspetti della vita del bambino: la scuola (cartella, quaderni, pennini, ecc.), e i giochi (cerchi, palla di carta, carrettini, ecc.). Mancano i giochi elettronici: una volta i bambini i giocattoli se li facevano da soli.

Galvan (Andropogon gryllus)

Galvan (Andropogon gryllus)

La visita però non finisce qui: dal corridoio si accede a un ampio locale dove è ospitata la Sez. B, quella dove sono raccolti gli attrezzi riguardanti i lavori nei campi e nella stalla (e non poteva mancare qualcosa che ricordasse le “latariole”!)  Mancano le mucche, ma hanno lasciato i cartellini di legno con il loro nome e qualche fotografia, anche quella di Mina, la mucca che per qualche anno è stata campionessa provinciale: tranquilla si fa mungere a mano da Mario, il suo padrone che per tanti anni è stato il vicepresidente dell’Associazione. C’è anche il caglio per fare il formaggio e la strumentazione per produrre il burro.

* * *

Si passa poi in tre locali più piccoli in cui sono stati ricostruiti tre ambienti tipici delle case rurali di una volta: nel primo, la Cucina (Sez. C), ti accoglie la ricostruzione di un “fogher” con “caliera”, “pignate” e “tochi de legna brusà”; qui, se vuoi, puoi anche fare il pane nella vecchia “panera” o puoi sederti a mangiare un po’ di legumi.

Nel secondo locale è stata ambientata la Camera da Letto (Sez.D), con il cassettone, il lavabo e il letto con “lo stramasso de paja”; chi ha freddo lo può riscaldare con la “munega”. Un girello e tanti indumenti infantili fanno pensare che in famiglia ci sia un bambino; ma quei mutandoni lunghi rattoppati di chi sono?

Ricostruzione della camera da letto

Ricostruzione della camera da letto

E’ questo anche il locale più intimo della casa e, qui, non possono mancare le immagini dei propri cari.

Entriamo poi nel terzo locale, quello in cui è stata ambientata la Cantina (Sez. E): in fondo, a destra,  possiamo fare il vino, useremo la pigiatrice o invece i piedi? Claudio ce lo potrà benissimo spiegare.

A sinistra una serie di “caratèi”  sono pronti per ospitare la bevanda che, poi, sarà travasata in tanti contenitori.

* * *

La  Sezione E, quella relativa all’ambiente e alla vita lagunare, è invece in avanzata fase di allestimento: grande è stato in questo caso il contributo dell’Associazione Costanziaca. Nel locale, spesso durante le visite delle scolaresche, c’è Mauro che ripara una delle sue tante reti. I bambini gli domandano: “Cosa è questo attrezzo? A cosa serve quella specie di gabbietta? E quella specie di grosso rastrello?”  Mauro risponde, spiega, dimostra, si vede che ha la pesca nel sangue.

* * *

Per arrivare all’ala dell’edificio in cui si trova il Laboratorio bisogna salire due rampe di scale: ci si può fermare ogni tanto per leggere su dei Pannelli la storia di Passo Campalto, anche di alcuni suoi personaggi. E Pino, il nostro biologo, può dire tante cose sulla laguna, sulle barene, sulla flora, sulla fauna…. e Claudio ricordare le trascorse vicende di inquinamenti, discariche, abusi, alle quali è stata sottoposta ma anche gli interventi di risanamento recentemente ultimati.

barena

barena

Ettore alla fine della visita spiega che l’Associazione ha l’obiettivo di completare la Sala Laguna allestendo anche una parte documentale riguardante la fauna e la vegetazione lagunare; purtroppo, però, i curatori del Laboratorio si trovano di fronte al problema degli spazi, dove trovarli?

La visita è finita e i soci di Terra Antica sono soddisfatti sia del lavoro fatto, sia di poterlo mostrare al pubblico, alle scolaresche in particolare; sono soddisfatti anche perché il Laboratorio ha sede a Campalto-Villaggio Laguna dove si trovano gruppi di giovani interessati all’ambiente in cui vivono, alla sua storia e ai suoi problemi attuali.  Nell’attesa che questi giovani facciano propria questa struttura, prosegue la collaborazione con altre Associazioni ambientaliste o legate al mondo produttivo: La Salsola, Costanziaca, Blog Territori e paradossi, Campalto viva, Ants.

* * *

Il Laboratorio è aperto alle visite guidate di gruppi di alunni, e di adulti; basta contattare uno dei seguenti numeri telefonici di “Terra Antica”: 0414630432 o 3485735490,  o  la segreteria dell’Istituto comprensivo “Antonio Gramsci”.

Si può prendere contatto con i soci di Terra Antica anche con l’e-mail:

terraantica@terraantica.org

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(1) In italiano lisciva o liscivia: è una soluzione liquida alcalina contenente di solito idrossido di sodio, comunemente chiamato soda caustica, ottenuta con una semplice operazione da acqua e cenere. Si tratta di un detersivo naturale a bassissimo impatto ambientale.

(2)  “Galvan” : radice della pianta spontanea Andropogon gryllus che cresce nei prati stabili o lungo gli argini dei corsi d’acqua, utile in passato per costruire spazzole per uso agricolo.

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(…) se poi si scavasse in un terreno duro, oppure non si trovasse a qualunque profondità vena d’acqua, allora debbonsi raccoglier le acque, o dai tetti, o da altri luoghi alti, nelle cisterne con lastrico di smalto. ….. Codeste conserve d’acqua, ove si costruiscano duplicate o triplicate, in modo che dall’una all’altra si possano tramutare colando le acque, ne renderanno assai più salubre l’uso; imperocchè se vi è un luogo al fondo ove depositi il fango, rimarrà più limpida l’acqua, e senza odore, e conserverà il suo natural sapore.

— Vitruvio, De Architettura

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