Passo.
di Lionello Pellizzer
Nel “Dizionario del Dialetto Veneziano” a pag. 413 Giuseppe Boerio definisce il Passo: “Nome che si dà ad una barca piatta armata, ch’è una specie di zattera che s’usa ne’ bassi fondi della nostra Laguna a presidio della Città, armata d’artiglieria”. Il termine Passo fu in seguito attribuito alla barca che serviva per il passaggio, da una riva all’altra del canale Osellino, scavato fra la fine del 1506 e il 1510 circa.
Lo scavo fu eseguito sul margine della terraferma fra l’antico borgo di Marghera e la foce del fiume Dese e tagliò le proprietà delle monache di S. Lorenzo, dei frati Certosini, dei Loredan, dei Priuli, dei Morosini e del Patriarcato di Venezia. In questo modo si creò una barriera per chi, dalla terraferma, voleva raggiungere le acque e le mete lagunari.
Si determinarono molti punti in cui si faceva il Passo del canale Osellino, fra questi il Passo dei Certosini di Tombello, dei Badoer, dei Morosini, di Campalton e di Tessera.
Il più famoso fu il Passo dei Morosini di Campalto, usato fino agli anni ’30 del novecento per il commercio del latte con la Città di Venezia.