Gerhard Hoffmann, un antifascista europeo

RICERCHE 8

“Un antifascista europeo: incontro con Gerhard Hoffmann”

di Ettore Aulisio

Gerhard (Gert) Hoffmann, minore dei due figli di un noto avvocato viennese di origini ebraiche, nasce a Vienna nel 1917.
Cresce nell’Austria post-bellica in un ambiente liberale; all’inizio degli anni ’30 segue il fratello maggiore nella lotta a favore delle classi lavoratrici e contro il governo fascista di Dollfus e la minaccia dell’occupazione dell’Austria da parte della Germania di Hitler.
Ancora studente è incarcerato per attività antifascista; nel marzo 1938, al momento dell’invasione dei nazisti tedeschi, fugge dal proprio Paese e si reca Spagna per unirsi alle Brigate Internazionali Repubblicane.
Terminata e perduta la guerra, è internato in un campo di detenzione francese (GURS) da cui fugge per darsi alla clandestinità e collaborare con la Resistenza.
Nel 1944 a Bruxelles si arruola nell’esercito USA e nella primavera del ’45 partecipa con le truppe americane all’occupazione della Germania.
Terminata la guerra ritorna in Austria; dagli anni sessanta agli anni ottanta trascorre, per motivi di lavoro, lunghi periodi di tempo in America Latina dove si interessa della lotta antimperialista.
Nel 1986 si reca in Nicaragua e, come volontario, partecipa alla ricostruzione delle case distrutte durante la rivoluzione antimperialista.
Ritornato in Europa continua la sua attività di antifascista e contro gli orrori della guerra.
Nel gennaio 2007 interviene a Venezia e a Favaro per la Giornata della Memoria; nell’occasione da Terra Antica è pubblicato “Perché mai più”, una raccolta di sue testimonianze.
Il 12 dicembre 2008 partecipa alla manifestazione antifascista di Trieste.
La sua biografia, “Barcelona-Gurs-Managua”
è stata pubblicata di recente a Lipsia.

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Bisogna resistere per non perire sprezzati e maledetti dal mondo; resistere ad ogni costo. Credete che io non vi consiglierei un inutile sacrifizio, io che darei questo poco che mi reste della luce degli occhi, e la vita, per questa cara città, perchè rimanga in alto pura di macchia la bandiera di S. Marco, che è bandiera d’Italia, bandiera di fede e di libertà.

— N. Tommaseo

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