La sicurezza nel Lombardo Veneto dell’ottocento

RICERCHE 9

Correvano gli anni venti (dell’ ‘800), scappavano i malfattori

di Ettore Aulisio

Correva l’anno 1823, e nel Regno del Lombardo Veneto la Imperial Regia Polizia rincorreva e ricercava i numerosi malfattori imputati di vari reati. Sfogliando le numerose Circolari e segnalazioni inviate dalla I.R. Direzione Generale di Polizia alle varie autorità viene da pensare che anche allora nelle Province Venete esistesse un problema di “sicurezza”, e ciò malgrado la presenza di una Amministrazione spesso ancora oggi ricordata per la sua efficienza. Nei paesi e nelle campagne del nostro Veneto, nonostante il rimpianto dell’efficiente regime amministrativo austroungarico, non si stava tanti sicuri, anche se allora non erano presenti rumeni o albanesi o altri immigrati dalla pelle variamente colorata.

L’Autorità di Polizia doveva inviare con frequenza delle ‘notule’ di ricerca; ne abbiamo trovate alcune nell’Archivio Municipale di Favaro e le abbiamo lette con interesse, sia per sapere quali erano allora i principali atti delittuosi, sia per conoscere, indirettamente, notizie relative ai costumi e al modo di vivere della popolazione di allora; il dato che più ci ha interessato però è quello relativo alla “lingua” utilizzata dai vari funzionari di Polizia. Si tratta di un buon “italiano”, molto curato, che ricorda a volte lo stile manzoniano, anche se il buon Sandro non era ancora andato a risciacquare la sua lingua in Arno.

Ricerca di un lavoratore piemontese immigrato a Venezia, inquisito per furto (trascrizione dell’avviso  ritrovato nell’Archivio Municipale di Favaro)

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DALL’I.R. DIREZIONE GENERALE DI POLIZIA DELLE PROVINCIE VENETE

“S’invitano tutte le Autorità Politiche all’arresto di Pietro Boschis, contro cui fu decretata l’inquisizione per titolo di furto, dandone poi avviso, in caso di buon successo, a questa Direzione Generale.

DESCRIZIONE PERSONALE

Egli è nativo di Torino, lavorante fabbricatore di stoffe di seta, di anni 27, statura regolare, corporatura esile, capelli, favorite, e barba neri, viso oblungo, e scarmo, colorito olivastro; veste marsina di panno bleù con bottoni di metal giallo, gilet fondo bianco con fiori a colori, pantaloni di panno nero, e cappello di felpa di seta nera.

Venezia li 6 luglio 1823.

L’IMPERIAL REGIO CONSIGLIERE EFFETTIVO DI GOVERNO DIRETTORE GENERALE DELLA POLIZIA LUIGI KÜBECK _________________________________________________________________

Omicidi (trascrizione dell’avviso  ritrovato nell’Archivio Municipale di Favaro)

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Vengono ricercate tutte le Autorità politiche a far praticare l’arresto dei seguenti due delinquenti, di cui si sottopone a tal effetto, la descrizione personale.

Francesco Nini Rossi, nativo di Topo, Distretto di Spilimbergo nel Friuli, villico, statura piccola, corporatura snella, colorito bruno, occhi bigj, ciglia castagne, capelli simili chiari, naso ordinario, bocca media, mento tondo. Resosi reo di proditorio omicidio in Giambattista qu. Antonio Fabris detto Battist pure di Topo lasera 29 Giugno prossimo passato.

Piatto Michelone d’Ipplis, Distretto di Cividale in Friuli, di anni 32, di condizione possidente, statura alta, corporatura grossa, faccia tonda, fronte bassa, occhi azzurri, ciglia castagne, capelli castagni ricci, naso grande, bocca ordinaria, barba castagna, mento ovale, vestito con camicia di canape, braghe alte con tiracche, e lunghe fino al ginocchio di stoppa di canape rigata bianco, e turchino con cappello di lana nero, fatto all’artigiana, fuggì senza altri vestiti, ma suole indossare una giacchetta di mezzalana color marone. Reso di parricidio nella notte 30 decorso Giugno.

Venezia li 7 Luglio 1823

L’IMPERIAL REGIO CONSIGLIERE EFFETTIVO DI GOVERNO DIRETTORE GENERALE DELLA POLIZIA LUIGI KÜBECK

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Rapina a mano armata  (trascrizione dell’avviso  ritrovato nell’Archivio Municipale di Favaro)

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CIRCOLARE

Nella mattina del 16 cadente al di là di Villafranca sulla Strada postale che conduce a Mantova vennero aggrediti da sei malfattori armati divisi in due piccole bande di tre per cadauna, Rizzino Lorenzo Macellajo di Villafranca, con mali trattamenti, e Giresola Angelo, e Luigi fratelli, che seguivano in poca distanza il primo in un Sediolo. Si descrivono in calce li connotati de’ malfattori, e la Specifica degli effetti e danari rapiti, e si raccomanda colla maggior efficacia di promuovere le indagini più accurate e sollecite per lo scoprimento ed arresto de’ masnadieri e per il rinvenimento ed assicurazione degli effetti e danari. In caso di buon successo e di qualunque utile traccia od indizio si attende un sollecito riscontro.

Dall’I.R. Delegazione Provinciale, Verona li 29 Giugno 1823.

IL CONSIGL. DI GOVERNO DELEGATO CAV. DEL R.O. COSTANTINIANO DI S. GIORGIO DI PARMA P. B.NE DELEDERER

DESCRIZIONE

De’ Malfattori che aggredirono il Rizzini

Uno cioè il più grande, che fu quello che gli aveva fermata la Cavalla , e che fu l’autore de’ mali trattamenti, era di statura grande, di corporatura scarma, vestiva una giacchetta corta di panno color oscuro, e calzoni lunghi di tela di colore tirante al chiaro. Mostrava l’età di anni trenta circa, ed era pallido in faccia. Gli altri due, uno era di statura piccola, piuttosto grosso di corporatura, era vestito con Giacchetta corta, e calzoni lunghi di tela di colore tirante al chiaro, ma un po’ più carico del colore dei calzoni del primo aggressore. Mostrava l’età di quaranta anni circa, di cera bruna, con favorite alle guancie, e con riccio alla parte sinistra della testa verso l’orecchia. Avea cappello in testa con ali di mediocre grandezza, avea fazzoletto al collo a differenza degli altri che lo avevano. Il terzo era di statura piccola, di corporatura complessa, vestito con giacchetta corta, e calzoni lunghi di tela dell’età d’anni quaranta circa. Il primo era armato di pistola con canna assai corta, il secondo era altresì armato di pistola corta, ed il terzo di coltello lungo acuminato, fermo in manico di quelli propriamente da scarsella oltre di pistola egualmente corta, e fu quello che la scaricò quando l’aggresso fu in terra.

DESCRIZIONE

De’ Malfattori che aggredirono i fratelli Giresola.

Uno degli aggressori era di statura alta, con buon cappello di felpa, all’uso moderno, vestito con velada di panno color bleù fatta quasi alla moderna, con calzoni lunghi di nanchino color naturale, gilet bianco, e fazzoletto bianco al collo, non però allacciato, ma pendente, con scarponi, e calze bianche. Mostrava giovanile età, e non maggiore di trent’anni. Era piuttosto pallido di cera, ed aveva favorite nere alle guancie, e la sua fisionomia pareva di persona non rustica, ma civile. Avea una corporatura non grossa, ma complessa e proporzionata. Un altro era di satura piuttosto piccola, di corporatura proporzionata, mostrava l’età di trentacinque anni circa, portava in faccia de’ segni di panne di color rosso. Aveva Cappello in testa all’uso villico, giacchetta di fustagno, e calzoni lunghi pure di fustagno color olivastro smarrito.Avea favorite piccole alle guancie di color rossiccio ed occhi biancastri. Il terzo era di statura mediocre, più grande del secondo, era vestito di robba simile a questo, e nella stessa foggia, avea egli pure cappello in testa all’uso villico, di statura mediocre. Tutti e tre erano armati di pistole corte, ed il primo cioè il più grande era armato di coltello acuminato, e fermo in manico di quelli propriamente da scarsella, notando che costui avea una pistola involta in un fazzoletto bianco, che portava in mano. Si rimarca che uno di essi parlava il dialetto Mantovano o Bresciano.

SPECIFICA

delli danari ed effetti rapiti.

A Lorenzo Rizzini

Quattro doppie e mezza Genova

Un Luigi d’oro semplice

Quattro Zecchini Imperiali

Otto Bavare Alcuni Svanzigher, e poca moneta.

Ai Fratelli Giresola

Un orologio d’argento di ripetizione del valore d’Italiane Lire ottanta, di mezzana grandezza e quasi moderna.

Una borsa contenente circa duecento Svanzigher.

Altri trenta Svanzigher circa.

(segue)

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Furto sacrilego  (trascrizione dell’avviso  ritrovato nell’Archivio Municipale di Favaro)

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CIRCOLARE

Mediante l’uso di grimaldelli venne forzata ed aperta la porta della Chiesa Parrocchiale di S.Ambrogio nel Distretto di S. Pietro Incariano nella notte del 26 al 27 corrente e fu commesso il furto dei vasi ed arredi sacri, e degli apparamenti che in calce si descrivono per colpa di sconosciuti malfattori. Sommamente premendo di conseguire con il rinvenimento degli effetti stessi le possibili traccie sugli autori del furto onde ottenerne l’arresto, si interessano nel più efficace modo le Autorità tutte esercenti la polizia di estendere all’uopo le indagini più diligenti e sollecite e favorire prontamente di riscontro di qualunque utile risultato, e di qualsiasi vantaggiosa traccia od indizio riuscisse raccogliere per norma e direzione delle successive disposizione.

Dall’I.R. Delegazione Provinciale,

Verona li 29 Giugno 1823.

IL CONSIGL. DI GOVERNO DELEGATO CAV. DEL R.O. COSTANTINIANO DI S. GIORGIO DI PARMA P. B.NE DELEDERER

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Chi l’ha visto?

Anche in quei tempi c’erano persone che si allontanavano senza motivo da casa; i loro familiari, afflitti e senza notizie, si rivolgevano alle autorità di Polizia che, se la famiglia era di una certa importanza, attivava subito le ricerche emanando Circolari con i dati riguardanti la persona ricercata.

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CIRCOLARE

CONNOTATI PERSONALI DI

Angelo Spongia, figlio del Signor Gianbattista Assessore alla Regia Divisione del Demanio si è allontanato dalla Casa Paterna senza sapersene il motivo.

Egli è nativo di Venezia, d’anni 19, di statura alta, corporatura mediocre, faccia lunga, fronte spaziosa, colore rubicondo, occhi, ciglia, e capelli neri, naso lungo, bocca regolare, labbra rubiconde, barba castagna, mento ovale, vestito con veladone bleù, cappello tondo, calzoni lunghi di panno nero, e stivali.

Premendo all’afflitto Genitore il ritorno in famiglia di questo figlio traviato, s’interessa la compiacenza di tutte le Autorità Politiche, a voler estendere le possibili indagini per il di lui rinvenimento, ed in caso di buon successo farnelo scortare con dei riguardi a questi arresti.

Venezia li 15 Aprile 1825.

PER L’IMPERIAL REGIO CONSIGLIERE EFFETTIVO DI GOVERNO DIRETTORE GENERALE DELLA POLIZIA LUIGI KÜBECK

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