La preparazione casalinga del burro

IL LABORATORIO

La preparazione casalinga del burro

(dal libro “I lavori del contadino” di P. Scheuermeier)

Italia – periodo 1919 – 1935

Per fabbricare il burro bisogna versare il latte, subito dopo la filtrazione, entro appositi recipienti bassi e larghi, “bacinelle”, che vengono messi in un luogo possibilmente fresco – in casa nella cantina, all’alpe nell’apposita cella – lasciandolo riposare per uno o due giorni, finché si forma la crema.

Quando il latte ha formato la crema, bisogna asportarne lo strato superficiale.

La crema da burrificare, finché non se ne abbia la quantità sufficiente, viene conservata in appositi recipienti; nelle aziende domestiche si usa un secchiello di legno che può essere provvisto di uno speciale coperchio di legno.

Il burro si ottiene:

1) agitando la crema: in una qualsiasi bottiglia o fiasco spagliato;

2) sbattendo e montando la crema:

a)   in una qualsiasi ciotola o in un vaso di terracotta; la crema viene montata con un mestolo di legno finché non diventa burro;

b)   nella “zangola” fissa costituita da un recipiente di legno di forma cilindrica; di solito è chiusa in alto da un coperchio rotondo mobile, tornito, attraverso il quale un pistone – che reca alla base un disco di legno forato – viene  mosso in senso verticale.

Contadina che sbatte la crema di latte nella zangola per ottenere il burro

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Articolo preparato in occasione della 10^ Edizione di “Villa Ceresa in fiore” – 24 aprile 2005

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“ Quanto fur grandi le tue mura il sai,
Venetia, hor come le s’attrovan vedi;
e s’al periglio lor tu non provedi
deserta e senza mura rimarrai.
Li fiumi, e ‘l mar, e gl’huomeni tu hai
per hinimici, e ‘l provi, e non lo credi:
non tardar, apri gli occhi, e muovi i piedi
che volendol poi far, tu non potrai.
Scacci i fiumi da te, le voglie ingorde
de gl’ huomeni raffrena, e poscia il mare
restato sol, sempre t’harà obedita.
Deh non aver l’orecchie al tuo ben sorde,
perché con gran ragion ti vò affermare
che il ciel ti diè ne l’acque eterna vita.”

— C. Sabbadino, La poesia del Sabbadino è riportata da C. Tentori, Della legislazione veneziana sulla preservazione della laguna, Venezia, Rosa, 1792, p. 49

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