RICERCHE 16
Dalla Repubblica Serenissima all’Unità d’Italia, i cambiamenti ambientali (e culturali) nella gronda e nell’entroterra lagunare
di Pino Sartori
( da una omonima conversazione in occasione del ciclo di Conferenze per il 150° dell’Unità d’Italia organizzato dalla Società Veneziana di Scienze Naturali- Centro Culturale Candiani – Mestre, 13 maggio 2011)
Parte prima: Natura, ambiente e scienza nella Venezia del Risorgimento
Ho censurato volutamente in parte con delle parentesi il titolo di questa conversazione perchè sarebbe soverchiamente impegnativo per un biologo introdurre queste conversazioni anche sulla cultura genericamente intesa di quegli anni tumultuosi e fecondi.
Mi è stato chiesto di dare qualche altra informazione utile a capire il clima politico e culturale della città in quegli anni, spaziando un po’ oltre agli eventi connessi alla schiera dei “naturalisti” ricordati nelle precedenti conferenze“
Qualche accenno si può forse fare soprattutto per capire quale diversa attenzione potesse sussistere fra Italia nascente e il resto della cultura romantica europea soprattutto in merito al concetto di “natura” che forse anticipa in parte quello che oggi diremmo “ambiente”.
Seguendo le indicazioni di Paul Ginsborg nella Storia d’Italia (Einaudi) si può capire che da Rousseau a Chateaubriand si sta facendo strada in Europa la necessità di analizzare e capire il rapporto dell’uomo con il suo intorno che fa dire a quest’ultimo nel suo viaggio negli Stati Uniti : “Libertà primitiva, ti trovo infine! Passo come l’uccello che vola davanti a me, che non ha una meta e che solo deve scegliere in quale ombra posarsi.“(François-René de Chateaubriand )
Forse in queste parole si possono intravvedere i semi di una concezione di rispetto di un contesto incontaminato che si vorrebbe conservare quale testimonianza per le future generazioni; quelle stesse che invocarono sul finire del secolo formidabili anticipatori come John Muir (1838-1914) ideatore della “wilderness” e fondatore del “Sierra Club“, cioè la necessità di una politica di rispetto degli straordinari ambiti di paesaggio degli Stati Uniti.
Nel contesto risorgimentale italiano non si trova riscontro nemmeno alle potenti e precoci visioni di Shiller [Inno alla Gioia (An die Freude) 1796)] che vede sublimi anarchie del paesaggio naturale, nè si trovano evidenze nemmeno rispetto all’atteggiamento romantico di sgomento ammirato di fronte alla potenza dei fenomeni naturali e alla incomparabile limitatezza dell’azione umana. Né si trovano emuli di Percy Bysshe Shelley che s’ ispira al vento (Ode al vento dell’Ovest) o di Wordsworth che riconosce enfaticamente una sorta di armonia universale fra uomo, natura e Dio.
L’incessante procedere degli eventi politici da Napoleone in poi fa rimanere ancorato il pensiero italiano saldamente ad una concezione antropocentrica che stenta a riconoscere una terzietà dell’ambiente nemmeno in Santorre di Santa Rosa (forse fra i personaggi più rappresentativi degli ideali risorgimentali) davanti ad uno scorcio (prettamente romantico) straordinario delle Alpi che stava attraversando.
L’evento del secolo soprattutto rispetto i temi dell’ambiente lagunare, è rappresentato dalla stesura della prima grande opera sistematica di conoscenza della città di Venezia e della laguna commissionata dal Consiglio Comunale di Venezia in occasione della IXa Riunione degli Scienziati Italiani (10 settembre 1847) all’Istituto Veneto di lettere scienze e arti.
La responsabilità della redazione dell’opera fu affidata ad un commissione di Scienziati composta dal Conte Giovanni Correr (presidente), dal Conte Agostino Sagredo, dal Conte Nicolò Priuli, da Ludovico Pasini e da Luigi Carrer.
Prese forma in quattro volumi dal titolo “VENEZIA E LE SUE LAGUNE” – pubblicata nel 1847 da G. Antonelli editore .
Il primo volume contiene una prima sezione “STORIA CIVILE E POLITICA” curata dalla penna del conte A. Sagredo che, in 21 capitoli, narra in sintesi i principali fatti avvenuti dalla origine sino alla caduta della repubblica di Venezia, dalla invasione degli Unni a quella dei Francesi; ed ancora descrive la condizione delle varie classi degli abitanti, la politica interna ed estera, i principi, le forme e gl’intendimenti del governo, il commercio, la industria, le feste e la vita domestica. Una seconda sezione, opera del professore F. Zinelli, s’intitola “NOTIZIE ECCLESIASTICHE DI VENEZIA DURANTE LA REPUBBLICA”,che in 6 capitoli, illustra le sedi vescovili dell’Estuario, delle permutazioni dei Patriarcati di Grado e di Venezia. La 3a sezione, compilata dall’avv. Daniele Manin, è dedicata alla “GIURISPRUDENZA VENETA”, e tratta delle leggi venete. Nella successiva 4a sezione il dott. G. Calucci introduce in distinti capitoli delle varie specie d’imposte, delle rendite, del debito pubblico, e per ultimo del bancogiro; da cui prende il titolo “FINANZE DELLA REPUBBLICA VENETA E IL BANCO-GIRO”. Nella 5a sezione, “ZECCA E MONETE DI VENEZIA” il nobile A. Zon, richiama sommariamente la storia della zecca di Venezia, ed accenna alle leggi ed ai magistrati che la regolavano,per quindi offrire l’ordinata serie delle varie monete che di tempo in tempo vi si coniavano; ed aggiunge un appendice sulle monete battute per l’armata e per le provincie. Nella 6a Sezione l’ingegnere G. Casoni descrive le “FORZE MILITARI” con un sunto della storia dell’Arsenale: “BREVE STORIA DELL’ARSENALE DI VENEZIA”(con una ,una “NOTA SULL’ARTIGLIERIA VENEZIANA”, e poi “BREVI CENNI SULLE COSTRUZIONI NAVALI E SULLA MARINA DE’ VENEZIANI”, una “NOTA SULLE TRUPPE MARITTIME E TERRESTRI”. Brevi cenni curati dal dott. V. Lazzari nella 7a Sezione sono riservati ai “VIAGGIATORI E NAVIGATORI VENEZIANI”. Nella successiva 8a sezione il signor F. Zanotto raccoglie in ben 18 capitoli i fasti della pittura veneziana, parlando delle origini, dei progressi e delle vicende di quest’arte in Venezia, dei principali pittori che vi fiorirono, delle scuole e delle sette in cui si divisero.
Nella sezione n. 9 il già citato conte Sagredo in tre capitoli distinti riassume quanto occore sapere su “ARCHITETTURA, SCULTURA E CALCOGRAFIA”. Segue la Sezione 10a che contiene alcuni “CENNI SULLA LETTERATURA E IL DIALETTO VENEZIANO” estesi da L. Carrer scomparso poco prima del grande evento.
La successiva sezione 11a tratta “DELLA MUSICA IN VENEZIA” per l’ingegno del prof. P. Canal il quale in quattro capitoli introduce dell’attitudine alla musica dei Veneziani, della promozione garantita dal governo, delle stamperie di musica, dei canti popolari, della musica nelle accademie, nelle chiese, e altri luoghi di culto, nei teatri, ed infine delle scuole di musica. Il secondo volume di “VENEZIA E LE SUE LAGUNE” inizia con la 12a sezione nominata “NOTIZIE DELLA LAGUNA DI VENEZIA”. L’ autore è il prof. G. Foscolo, che dopo aver presentato l’ “IDEA GENERALE DI LAGUNA”, e le relative “NOZIONI GEOGRAFICHE”, si sofferma per darci alcune notizie dei lidi, dei porti, delle correnti, dei murazzi, delle dighe, dei canali, dei fiumi e delle fortificazioni; per poi procedere ad esporre lo “STATO INTERNO DELLA LAGUNA” e la legislazione relativa. La 13a sezione è tutta dedicata alla “FLORA”; nella quale il dottor G. Zanardini (“PROSPETTO DELLA FLORA VENETA”) si limita ad individuare quelle piante che la costituiscono nel senso più rigoroso, e a corredare la sua esposizione con un ampio ed accurato “PROSPETTO DELLE PIANTE FANEROGAME DEL VENETO LITORALE” e di un prospetto sintetico sulle “CRITTOGAME”, aggiungendo un capo sulle “ALGHE MARINE” fornito di relativo prospetto. Il testo prosegue poi con una sezione (14a) dedicata alla “FAUNA” che incomincia con un contributo dal titolo “PROSPETTO DELLA FAUNA MARINA VOLGARE DEL VENETO ESTUARIO” curato da Giovanni Domenico Nardo che descrive le specie commestibili dell’Adriatico, sulle pesche, sulle valli, ecc.; vi si trovano nei prospetti e nelle tabelle, le pratiche della pesca alle varie specie descritte ma con note ecologiche sugli ambienti ove quelle vengono catturate.
Nella seguente 15a sezione il conte Nicolò Contarini descrive la “FAUNA TERRESTRE”, soffermandosi particolarmente sulla ornitologia dell’ Estuario Veneto, con un “CENNO SOPRA IL PASSAGGIO DEGLI UCCELLI NELLE VENETE PROVINCE” e un “CENNO SOPRA LA CACCIA NELLA PROVINCIA DI VENEZIA”. L’opera poi continua con una grande 16a sezione dedicata al “CLIMA E SALUTE PUBBLICA” per il contributo iniziale del dott. Giacinto Namias che premette alcune considerazioni sul clima, sulle malattie più comuni a Venezia, e sulle principali abitudini della vita che le originano, le modalità di cure praticate negli ospedali, ed infine sui particolari soccorsi necessari ai “varj generi di morbi” che si presentano nelle Lagune.
Procedendo in questa materia il dott. R. Arrigoni estensore della 17a Sezione, fa la rassegna dei pubblici provvedimenti di Sanità, prima ricordando i contagi che in varie epoche desolarono la città di Venezia e i presidi adottati per contrastarli; la polizia medica e direttive in merito alla sanità continentale, con un epilogo conclusivo sui principali metodi e ordinamenti di sanità marittima vigenti allora in Venezia. Col titolo di “CONDIZIONE CIVILE E MILITARE, E STATISTICA” segue la 18a Sezione, a cura sempre del già ricordato A. Sagredo; comprende molte e diverse notizie sullo stato politico, economico ed amministrativo della città di Venezia dall’anno 1798 sino al 1847, sui pubblici uffici e sulle fonti di reddito pubblico, sui stabilimenti (Arsenale, ecc.), sulla estensione, popolazione e divisione della sua provincia, e sugl’istituti, sulle forze e sul personale della marina.
Nella 19a Sezione il dottor R. Arrigoni tratta “DEGL’ISTITUTI DI EDUCAZIONE SCOLASTICA E MORALE”; mentre nella nella 20a il prof. G. Veludo relaziona sulle Accademie, Biblioteche, Raccolte scientifiche , Tipografie, dei Medaglieri e dei Giornali.
Col titolo “SOCCORSI PUBBLICI” la 21a Sezione, compilata dal dottor G. Tommasoni, dà notizia degli istituti di pubblica beneficenza che esistono in Venezia.
Nella successiva 22a Sezione, intitolata PORTOFRANCO, INDUSTRIA, COMMERCIO, sempre il Tommasoni tratta di questi argomenti e ne riferisce lo stato, le condizioni , le discipline, i risultati, riassunti anche in alcune tabelle.
Nella 23a sezione il dottor T. Locatelli descrive le “FESTE, SPETTACOLI, COSTUMI” di Venezia, conchiude lietamente , che “Venezia non è solo una città monumentale ed istorica, la città dell’artista e delle grandi memorie, ma altresì un lieto e sollazzevol soggiorno, in cui si gode veramente la vita“.
La 24a Sezione in cui, se si guarda allo scopo primitivo di quest’opera, può dirsi che consista la parte vitale di essa, contiene la descrizione della città; ed in questa il già nominato F. Zanotto conduce il lettore nelle chiese principali, nei più rilevanti palazzi ed edifici pubblici, con le notizie storiche più importanti, e descrivendo i monumenti e i responsabili autori delle opere e delle arti che vi si ammirano.
Analogo compito fu assunto per Chioggia e per le isole della Laguna dal citato L. Carrer nella 25 ed ultima Sezione.
A queste venticinque Sezioni o Parti si aggiunsero poi otto Appendici che trattano della Cronologia veneta, delle Famiglie nobili, delle Magistrature, della Colonia grecoorientale, della Comunità protestante, della Comunità israelitica, degli Archivi pubblici e privati, e per ultimo della Bibliografia veneziana.
Considerando questo rilevante (in tutti i sensi) elaborato, si ha insomma la percezione di una ordinata ed enciclopedica sistemattizzazione dei saperi e delle competenze che veicola mediaticamente un univoco messaggio di uno stato moderno che, con queste menti, funziona, che ha padronanza delle materie affrontate.
Un’opera che doveva semplicemente introdurre la città e le sue dotazioni storiche, di governo, sociali, economiche, culturali ed ambientali nelle conoscenze dei convenuti alla adunanza del mondo scientifico, ma che si trasforma per lo sforzo di apparire proiettati verso il fururo, e per dimostrare capacità di “Governo”.
Rammentando qui che questo evento scientifico/editoriale si colloca a pochi mesi dall’incarcerazione di Daniele Manin e Nicolò Tommaseo (gennaio 1848) in conseguenza delle risoluzioni dell’imperatore Ferdinando I d’Austria imposte alle province venete, si può ben comprendere che questa summa enciclopedica sulla città e i suoi trascorsi, molto illuministica e poco romantica, è però una sorte di manifesto irredentista che rivela nella autorevolezza delle descrizioni scientifiche, economiche, ed amministrative una voglia di liberazione da una autorità occupante che non aveva certo grande stima nella popolazione di Venezia.
Si segnala però che in quest’opera prendono dignità rilevante, alla pari di altre discipline, alcuni settori della conoscenza dell’ambiente lagunare che forse erano oscurati in precedenza dall’importanza di altre questioni ambientali quali quelle legate alla gestione idraulica della laguna [Di qualche decennio prima lo scritto di Bernardino Zendrini matematico della repubblica di Venezia DELLO STATO ANTICO E MODERNO DELLE LAGUNE DI VENEZIA E DI QUE’ FIUMI CHE RESTARONO DIVERTITI PER LA CONSERVAZIONE DELLE MEDESIME – Padova 1811].
Il dibattito sulla contrapposizione idraulica fra le necessità della laguna e quelle dell’entroterra con il passaggio al cancellierato austriaco, aveva ripreso vigore tanto che l’imperatore d’Austria, su consiglio di Cancelliere Saurau incarica il più famoso idraulico dell’epoca, Vittorio Fossombroni allora ministro del Granduca di Toscana, a redigere un parere sulla sofferta controversia; otto anni di attesa ci vollero affinchè si arrivasse a questo parere [CONSIDERAZIONI SOPRA IL SISTEMA IDRAULICO DEI PAESI VENETI DEL CONTE VITTORIO FOSSOMBRONI – Firenze, 1847], che si avvalse anche di una ragionata memoria [DELLA LAGUNA DI VENEZIA E DEI FIUMI NELLE ATTIGUE PROVINCIE – Firenze 1867] del Barone CAMILLO VACANI di Forteolivo che il senatore Paleocapa elogia e riconosce come imprescindible opera di storia idraulica del territorio del Veneto].
Il lavoro del Vacani contiene una interessante sinossi temporale che compara gli avvenimenti storico-politici della Serenissima ai rilevanti fatti idraulici ad essi contemporanei.
In pieno confronto sulle questioni idrauliche si registra una pubblicazione di Pietro Lucchesi, ingegnere del Corpo delle acque e strade, che nel 1816 pubblica un “PROSPETTO DI VERlTA’ DEI FATTI CHE PER AUTENTICI DOCUMENTI PROVANO l DANNI RECATI ALLA LAGUNA, E PORTI DI VENEZIA DALLE ACQUE DOLCI, E D’ ALTRONDE IL BENEFICIO DERIVATO ALLA LAGUNA, PORTI MEDESIMI INSIEME ALLA SALUBRITA’ DELL’ ARIA COLL’ ESEGUITESI PIU’ LONTANE DlSALVEAZIONl DEI FINITIMI FIUMI, INDI COLLE DlVERSlONl DALLA LAGUNA STESSA DELLE BRENTE E DEL SILE”.
Si registra però un certa disillusione negli autori per la caduta di attenzione dei governi verso la gestione del bene laguna non solo per le trasgressioni alle norme della Serenissima sulla conterminazione (divieto di coltivare ed erigere opere all’interno della laguna. ecc), ma anche per lo scadimento delle soluzioni di regimazione delle acque salse e dolci che avevano in qualche modo raggiunto quell’equilibrio di salubrità in grado da contenere quelle condizioni ambientali che erano ritenute cause di patologie.
(TOPOGRAFIA FISICO-MEDICA DELLA CITTA’ DI VENEZIA DELLE SUE ISOLE, ESTUARJ E LAGUNE, DEI CANGIAMENTI NATI E DEI MEZZI PROFILATTICI D’ IGIENE DEL DOTT. GASPARE FEDERIGO 1831).
Quindi continuano in quegli anni con fervore le discussioni sui grandi sistemi perpetuando una consuetudine tipicamente veneziana oggi sovente disprezzata in favore del “fare presto”, ma anche si codificano nel nuovo governo austriaco i comportamenti di rispetto del bene “laguna” . Viene infatti pubblicato il regolamento disciplinale per impedire i danni che vengono recati alla laguna di Venezia. 20 dicembre 1841.. N.∞ 41253-4993.]
Si fa strada però, anche se occorre ricordare che c’erano stati importanti studi precedenti rivolti alla laguna e alla flora e fauna del seno Adriatico [Giangirolamo Zannicchelli (Istoria delle piante che nascono sui lidi intorno Venezia, op.postuma – 1735), Vitaliano Donati (Della storia naturale marina dell’ Adriatico- 1750), Giuseppe Ruchinger (Flora dei lidi veneti- 1818), Fortunato Luigi Nàccari (Flora Veneta – 1826), Giuseppe Olivi (Zoologia adriatica catalogo ragionato degli animali del golfo e della laguna di Venezia…. -1792); Moricand (Flora veneta seu enumeratio plantarum circa Venetiam nascentium, secundum methodum Linnaeanam disposita … – 1820); Giovanni Zanardini (Synopsis algarum in mari Adriatico….-1841); Nicolò Contarini (Catalogo degli uccelli e degli insetti delle province di Padova e Venezia…. -1843)… ], la necessità di estendere ed approfondire la conoscenza all’ambiente naturale che circonda la città, anche e forse solo per fini utilitaristici e non certo con intenti conservazionistici come prova la precisa descrizione del Contarini sulle forme della caccia in laguna.
Sono gli anni del progetto (1838) di Gian Domenico Nardo (Clodiense) assistente all cattedra di Storia naturale dell’Università di Padova per “istituire una raccolta centrale di tutti i prodotti naturali ed industriali delle venete provincie da formarsi nella capitale di esse“, in altre parole il progetto anticipatore di quello che sarebbe stato, ma solo nel secolo successivo (1923) con varie storie, raccolte e collezioni, intersecazioni con altri istituzioni museali e di studio veneziane , il Museo di Storia Naturale di Venezia.
Sono gli anni della costituizione del cenacolo naturalistico clodiense con studiosi (Nardo, Zanardini, Trois, Ninni, Chiereghin, Olivi, Vianelli, Renier, ecc.) dediti in particolare alla conoscenza della laguna.
E’ l’epoca d’oro dei “floristi”, importanti professori o semplici appassionati che erborizzano volonterosamente in ogni luogo per ricostruire il mosaico delle specie vegetali spontanee del Veneto e dell’Italia.
Da ricordare, come ci ha spiegato il prof. Cinzio Cibin nel primo contributo di questa serie di incontri, che anche i naturalisti veneti hanno giocato un ruolo importante nell’anticipare e concretizzare nel loro ambito di studio e lavoro, quel concetto di nazione italiana che aveva già ottenuto credito nelle lettere ed in altre arti.
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Certo Venezia è morta. Ma come brulica di vita!